Archivio Editoriali - 8 Ottobre 2016 |
a cura di Fiorenzo Pampolini |
FESTIVAL DELLE ROSE 1966: CARMELO PAGANO BATTE GIANNI MORANDI Cari amici, la terza edizione del Festival delle Rose si svolge al Salone dei Cavalieri dell’Hotel Hilton di Roma da mercoledì 12 a venerdì 14 ottobre, con il patrocinio dell’Ente Provinciale per il Turismo. Le prime due serate vanno in onda soltanto alla radio e sono presentate da Gianni Boncompagni e Carla Puccini. La serata finale va in onda anche in TV, sul Secondo Programma alle ore 22, ed è presentata da Walter Chiari. Le canzoni in gara sono 27, proposte ognuna da due interpreti. Le giurie sono dislocate in diciotto località ed hanno a disposizione 1.080 voti. Il loro compito è quello di selezionare le 14 canzoni finaliste, e al termine dell’ultima serata, di eleggere una sola canzone vincitrice, considerando le altre tredici a pari merito. Anche in questa edizione, la Casa Discografica con il maggior numero di presenze è la RCA, con le sue etichette satellite ARC e “Gli Sconosciuti”, gestita da Teddy Reno. Gli organizzatori sono Angelo Faccenda e Maria Luisa Pivan. Ed ecco l’elenco delle 27 canzoni partecipanti (con l'asterisco le 14 finaliste). Cammelli e scorpioni (Louiselle – Mario Zelinotti) Nessuna distinzione tra cantanti noti e giovani, come nell’edizione precedente, ma classifica unica. Tra i debuttanti in gara, c’è un gruppo che farà molta strada, si tratta dei Pooh, che propongono “Brennero ’66”, una canzone che parla degli attentati in Alto Adige, ma per problemi di censura con la RAI dovranno modificare il titolo in “Le campane del silenzio”; saranno esclusi dalla finale. Stessa sorte per Gabriella Ferri, Nicola Di Bari, i Nomadi. “Uno sconosciuto batte Gianni Morandi”, titolano i giornali dell’epoca, e per Carmelo Pagano inizia una breve stagione di successi. Lo ritroveremo infatti a Sanremo e al Cantagiro 1967. Ma l’edizione 1966 del “Festival delle Rose” sarà ricordata anche per la presenza in gara di due canzoni di protesta, “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” di Gianni Morandi e Mauro Lusini, e “Mille chitarrecontro la guerra” di Umberto e Carmen Villani. Il testo della prima parla di guerra in Vietnam, argomento che mette in apprensione i censori della RAI. E’ di quegli anni la nascita di un movimento detto “Linea verde” che raggruppa alcuni interpreti e autori (primo fra tutti Giulio Rapetti, in arte Mogol), che, sull’onda delle canzoni di protesta di alcuni interpreti americani come Bob Dylan o Peter Paul and Mary, teorizza un mondo migliore cercando di denunciare le storture del sistema anche attraverso le canzonette. “I nostri giovani – dice Mogol in un’intervista al Radiocorriere TV – han cominciato a ribellarsi, a gridare contro la guerra, contro le generazioni passate, la società. E noi autori condividiamo il loro pensiero”. Intanto, in questo clima di protesta, dietro le quinte del Festival delle Rose fanno la pace finalmente i due più grandi organizzatori di manifestazioni canore, ovvero Gianni Ravera ed Ezio Radaelli, che litigavano da quattro anni! |